ANDY WARHOL (Pittsburgh 1928 - New York 1987) Mao...
ANDY WARHOL
(Pittsburgh 1928 - New York 1987)
Mao
1974
serigrafia su carta
cm 98x74
firma, data “1974” e titolo stampati a sinistra
iscrizione stampata a destra “Musée Galleria23 Fevrier – 18 Mars. Ouvert de 10 à 17.45. Ferme Mardi”
al retro timbri autenticazione Andy Warhol Foundation estate of Andy Warhol, iscritto “T. 77 PR 061 SANF.725”
esemplare unico
Mao
1974
screen-print on paper
98x74 cm
printed sign, date “1974” and title on the left
printed inscription on the right “Musée Galleria23 Fevrier – 18 Mars. Ouvert de 10 à 17.45. Ferme Mardi”
on the reverse authentication stamps by Andy Warhol Foundation estate of Andy Warhol, inscribed “T. 77 PR 061 SANF.725”
unique
Provenienza
Andy Warhol Foundation
Collezione privata
Esposizioni
Andy Warhol: Mao, Musée Galleria, Parigi, 23 febbraio – 18 marzo 1974
Bibliografia
C. Defendi, F. Feldman, J. Schellmann, Andy Warhol Prints. Catalogo ragionato 1962-1987, New York 2003, p. 89 n. II. 125
“Andy non era apolitico; era spietato. Quella di Mao è stata una scelta brillante e la tempistica di Andy è stata perfetta. I dipinti di Mao, quando sono stati esposti un anno dopo a New York, Zurigo e Parigi, sono stati accolti con plauso universale. Erano controversi, commerciali e importanti, proprio come l’uomo che ritraevano e come quello che li aveva dipinti. Ed erano tutti incentrati sul potere: il potere di un solo uomo, nella vita di un miliardo di persone”.
Bob Colacello, Holy Terror: Andy Warhol Up Close, Harpercollins, 1990
Mao Tse Tung è considerato una delle figure comuniste più rappresentativa della Guerra Fredda. Guidando una delle più lunghe rivoluzioni della storia, cominciata nel 1972, era arrivato ad essere l’incarnazione del rigido marxismo/leninismo. Warhol era senza dubbio affascinato dal notevole seguito che il dittatore e il suo Maosimo erano riusciti a ottenere in Cina, ed era altrettanto incuriosito dalle modalità di diffusione delle immagini e delle ideologie tramite la propaganda cinese e i manifesti, che tanto somigliavano alle serigrafie dell’eclettico artista.
L’idea di rendere Mao uno dei soggetti delle sue serigrafie fu ispirata e preannunciata dal suo mercante e maggiore sostenitore Bruno Bischofberger, che gli suggerì di tornare a dedicarsi nuovamente alla pittura, rappresentando i ritratti dei personaggi pubblici più influenti e famosi del XX secolo.
L’impulso definitivo giunse nel luglio del 1971, quando la stampa annunciò il viaggio in Cina di Richard Nixon: era il primo presidente americano, che, dopo anni di isolamento diplomatico tra le due nazioni, doveva misurarsi con un simile storico gesto. L’evento, tenutosi l’anno successivo, fu un grande show mediatico, commentato da televisioni, radio e giornali di tutto il mondo.
Nel 1972, Warhol iniziò quindi a lavorare a questa serie, moltiplicando all’infinito la foto del dittatore, tratta dal suo Little Red Book, e trasformando definitivamente l’immagine intimidatoria di questa potente figura politica in un’eccentrica icona pop.
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ANDY WARHOL
(Pittsburgh 1928 - New York 1987)
Mao
1974
serigrafia su carta
cm 98x74
firma, data “1974” e titolo stampati a sinistra
iscrizione stampata a destra “Musée Galleria23 Fevrier – 18 Mars. Ouvert de 10 à 17.45. Ferme Mardi”
al retro timbri autenticazione Andy Warhol Foundation estate of Andy Warhol, iscritto “T. 77 PR 061 SANF.725”
esemplare unico
Mao
1974
screen-print on paper
98x74 cm
printed sign, date “1974” and title on the left
printed inscription on the right “Musée Galleria23 Fevrier – 18 Mars. Ouvert de 10 à 17.45. Ferme Mardi”
on the reverse authentication stamps by Andy Warhol Foundation estate of Andy Warhol, inscribed “T. 77 PR 061 SANF.725”
unique
Provenienza
Andy Warhol Foundation
Collezione privata
Esposizioni
Andy Warhol: Mao, Musée Galleria, Parigi, 23 febbraio – 18 marzo 1974
Bibliografia
C. Defendi, F. Feldman, J. Schellmann, Andy Warhol Prints. Catalogo ragionato 1962-1987, New York 2003, p. 89 n. II. 125
“Andy non era apolitico; era spietato. Quella di Mao è stata una scelta brillante e la tempistica di Andy è stata perfetta. I dipinti di Mao, quando sono stati esposti un anno dopo a New York, Zurigo e Parigi, sono stati accolti con plauso universale. Erano controversi, commerciali e importanti, proprio come l’uomo che ritraevano e come quello che li aveva dipinti. Ed erano tutti incentrati sul potere: il potere di un solo uomo, nella vita di un miliardo di persone”.
Bob Colacello, Holy Terror: Andy Warhol Up Close, Harpercollins, 1990
Mao Tse Tung è considerato una delle figure comuniste più rappresentativa della Guerra Fredda. Guidando una delle più lunghe rivoluzioni della storia, cominciata nel 1972, era arrivato ad essere l’incarnazione del rigido marxismo/leninismo. Warhol era senza dubbio affascinato dal notevole seguito che il dittatore e il suo Maosimo erano riusciti a ottenere in Cina, ed era altrettanto incuriosito dalle modalità di diffusione delle immagini e delle ideologie tramite la propaganda cinese e i manifesti, che tanto somigliavano alle serigrafie dell’eclettico artista.
L’idea di rendere Mao uno dei soggetti delle sue serigrafie fu ispirata e preannunciata dal suo mercante e maggiore sostenitore Bruno Bischofberger, che gli suggerì di tornare a dedicarsi nuovamente alla pittura, rappresentando i ritratti dei personaggi pubblici più influenti e famosi del XX secolo.
L’impulso definitivo giunse nel luglio del 1971, quando la stampa annunciò il viaggio in Cina di Richard Nixon: era il primo presidente americano, che, dopo anni di isolamento diplomatico tra le due nazioni, doveva misurarsi con un simile storico gesto. L’evento, tenutosi l’anno successivo, fu un grande show mediatico, commentato da televisioni, radio e giornali di tutto il mondo.
Nel 1972, Warhol iniziò quindi a lavorare a questa serie, moltiplicando all’infinito la foto del dittatore, tratta dal suo Little Red Book, e trasformando definitivamente l’immagine intimidatoria di questa potente figura politica in un’eccentrica icona pop.