JOHANN CARL LOTH
(Monaco di Baviera, 1632 - Venezia, 1698)
Filosofo
Olio su tela, cm 84X70,5
Johann Carl Loth si educò all'arte nella bottega familiare, il padre era pittore di corte dell'elettore di Baviera e la madre dipingeva miniature. Intorno al 1655 l'artista giunge a Venezia, ma alcune fonti ritengono verosimile un suo soggiorno a Roma. Nella città lagunare Loth aderì immediatamente al gusto naturalistico e tenebroso di Giovanni Battista Langetti, per poi ammorbidirne i toni intorno agli anni Settanta, e nella tarda maturità esprimere un sentimento più languido, con tonalità meno contrastate e composizioni che risentono del barocco romano. Al settimo decennio bene si inserisce la tela in esame, che di alta qualità e bellissima conservazione, attesta come gli eccessi espressivi langettiani si attenuano e il pittore sembra aggiornare il proprio stile in similitudine con il suo allievo Daniel Seiter (Vienna, 1642 o 1647 - Torino, 1705), pur non abbandonando la poetica di accentuato realismo in sintonia con il Carneo.
Il dipinto è corredato da una scheda critica di Dario Succi
Bibliografia di riferimento:
R. Pallucchini, 'La Pittura veneziana del Seicento', Milano 1981, ad vocem
G. Ewald, 'Johann Carl Loth', Amsterdam 1965, ad vocem
G. Fusari, 'Johann Carl Loth', Soncino 2017, ad vocem
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(Monaco di Baviera, 1632 - Venezia, 1698)
Filosofo
Olio su tela, cm 84X70,5
Johann Carl Loth si educò all'arte nella bottega familiare, il padre era pittore di corte dell'elettore di Baviera e la madre dipingeva miniature. Intorno al 1655 l'artista giunge a Venezia, ma alcune fonti ritengono verosimile un suo soggiorno a Roma. Nella città lagunare Loth aderì immediatamente al gusto naturalistico e tenebroso di Giovanni Battista Langetti, per poi ammorbidirne i toni intorno agli anni Settanta, e nella tarda maturità esprimere un sentimento più languido, con tonalità meno contrastate e composizioni che risentono del barocco romano. Al settimo decennio bene si inserisce la tela in esame, che di alta qualità e bellissima conservazione, attesta come gli eccessi espressivi langettiani si attenuano e il pittore sembra aggiornare il proprio stile in similitudine con il suo allievo Daniel Seiter (Vienna, 1642 o 1647 - Torino, 1705), pur non abbandonando la poetica di accentuato realismo in sintonia con il Carneo.
Il dipinto è corredato da una scheda critica di Dario Succi
Bibliografia di riferimento:
R. Pallucchini, 'La Pittura veneziana del Seicento', Milano 1981, ad vocem
G. Ewald, 'Johann Carl Loth', Amsterdam 1965, ad vocem
G. Fusari, 'Johann Carl Loth', Soncino 2017, ad vocem
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