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LOT 0169

AGOSTINO TASSI (?)

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(Ponzano Romano, 1580 circa - Roma, 1644)
Scena di saccheggio
Olio su tela, cm 33,5X44,5

Il punto interrogativo attributivo non è motivato da un'incertezza qualitativa ma da una perplessità filologica quanto mai interessante e giustificata. La tela, infatti, mostra una notevole prossimità stilistica con i modi di François De Nomé detto Monsù Desiderio (Metz, 1593 circa - Napoli, 1644). Pittore misteriosissimo e dalla fervida immaginazione, François, una volta giunto in Italia e prima di trasferirsi a Napoli nel 1610, è documentato a Roma nel 1602 come probabile allievo di Baldassarre Lauri e fu quest'ultimo o Filippo Napoletano (Napoli/Roma?, 1589 - Roma, 1629) a rendere possibile l'incontro tra il lorenese e Agostino Tassi, che trovì quanto mai congeniali alla sua indole le visionarie invenzioni del De Nomé. Questo aspetto simbiotico tra i due artisti, si percepisce in tutta la produzione del Tassi, in modo particolare durante la maturità, mutuandone le architetture fantastiche e le figure a guisa d'inquietanti apparenze. A questo proposito possiamo citare il Capriccio architettonico con porto mediterraneo di collezione privata francese (cfr. P. Cavazzini, Agostino Tassi (1578-1644) un paesaggista fra immaginario e realtà, catalogo della mostra, Roma 2008, pp. 204 - 205, n. 20; M. R. Nappi, François De Nomé e Didier Barra, l'enigma Monsù Desiderio, Milano ; Roma 199, p. 256, n. D5). Il medesimo modo di rappresentare le figure si possono altresì notare nella tela raffigurante Incendio notturno già Canesso (cfr. Cavazzini, pp. 2210 - 221, n. 28), tuttavia, permane la tentazione di riconoscere al Desiderio l'opera in esame, soprattutto per le tonalità cromatiche e il registro a grisaille. E' indubbia la seduzione esercitata dal dipinto, espressione della straordinaria e multiforme vitalità inventiva di quella che chiamiamo 'età barocca'.

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Sale price
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Estimate
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Time, Location
21 Sep 2021
Italy, Genoa
Auction House
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(Ponzano Romano, 1580 circa - Roma, 1644)
Scena di saccheggio
Olio su tela, cm 33,5X44,5

Il punto interrogativo attributivo non è motivato da un'incertezza qualitativa ma da una perplessità filologica quanto mai interessante e giustificata. La tela, infatti, mostra una notevole prossimità stilistica con i modi di François De Nomé detto Monsù Desiderio (Metz, 1593 circa - Napoli, 1644). Pittore misteriosissimo e dalla fervida immaginazione, François, una volta giunto in Italia e prima di trasferirsi a Napoli nel 1610, è documentato a Roma nel 1602 come probabile allievo di Baldassarre Lauri e fu quest'ultimo o Filippo Napoletano (Napoli/Roma?, 1589 - Roma, 1629) a rendere possibile l'incontro tra il lorenese e Agostino Tassi, che trovì quanto mai congeniali alla sua indole le visionarie invenzioni del De Nomé. Questo aspetto simbiotico tra i due artisti, si percepisce in tutta la produzione del Tassi, in modo particolare durante la maturità, mutuandone le architetture fantastiche e le figure a guisa d'inquietanti apparenze. A questo proposito possiamo citare il Capriccio architettonico con porto mediterraneo di collezione privata francese (cfr. P. Cavazzini, Agostino Tassi (1578-1644) un paesaggista fra immaginario e realtà, catalogo della mostra, Roma 2008, pp. 204 - 205, n. 20; M. R. Nappi, François De Nomé e Didier Barra, l'enigma Monsù Desiderio, Milano ; Roma 199, p. 256, n. D5). Il medesimo modo di rappresentare le figure si possono altresì notare nella tela raffigurante Incendio notturno già Canesso (cfr. Cavazzini, pp. 2210 - 221, n. 28), tuttavia, permane la tentazione di riconoscere al Desiderio l'opera in esame, soprattutto per le tonalità cromatiche e il registro a grisaille. E' indubbia la seduzione esercitata dal dipinto, espressione della straordinaria e multiforme vitalità inventiva di quella che chiamiamo 'età barocca'.

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21 Sep 2021
Italy, Genoa
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