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LOT 0106

BENEDETTO LUTI (attr. a)

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(Firenze, 1666 - Roma, 1724)
San Giovanni
San Matteo
Olio su rame, cm 22X17 (2)

Benedetto Luti fu allievo a Firenze di Anton Domenico Gabbiani e nel 1691 grazie al patronato del granduca Cosimo III si trasferì a Roma con il privilegio di vivere e lavorare in Palazzo Medici in Campomarzio. Il successo della sua arte si misura con i riconoscimenti raggiunti: divenne Principe dell'Accademia di San Luca nel 1720 e Reggente della Congregazione dei Virtuosi del Pantheon negli anni 1708 e 1709 e tra i suoi committenti si annoverano il cardinale Pietro Ottoboni, papa Clemente XI Albani e l'elettore palatino Johann Wilhelm a Lothar Franz von Schönborn, dal quale ricevette nel 1715 la Croce di Cavaliere del Sacro Romano Impero. A Roma il Luti modellì la sua arte sugli esempi di Carlo Maratta, il principale pittore dell'epoca e a lui sottoponeva a giudizio suoi lavori, ma altrettanto fondamentale erano le opere del Gaulli, decisivi per il risvolto plastico e cromatico utile a sciogliere il suo primitivo linguaggio fiorentino. Su queste direttive di gusto, il pittore con l'inizio del secolo si svincola dai precetti maratteschi e i suoi mezzi espressivi pervengono ad una piena autonomia, sviluppando un linguaggio personalissimo ed interprete di quel classicismo arcadico che unisce la cultura barocca, il rococì fino al cristallino linguaggio di Pompeo Batoni.

Bibliografia di riferimento:
G. Sestieri, Repertorio della Pittura Romana della fine del Seicento e del Settecento, Torino 1994, II, figg. 640; 641

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Time, Location
21 Sep 2021
Italy, Genoa
Auction House
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(Firenze, 1666 - Roma, 1724)
San Giovanni
San Matteo
Olio su rame, cm 22X17 (2)

Benedetto Luti fu allievo a Firenze di Anton Domenico Gabbiani e nel 1691 grazie al patronato del granduca Cosimo III si trasferì a Roma con il privilegio di vivere e lavorare in Palazzo Medici in Campomarzio. Il successo della sua arte si misura con i riconoscimenti raggiunti: divenne Principe dell'Accademia di San Luca nel 1720 e Reggente della Congregazione dei Virtuosi del Pantheon negli anni 1708 e 1709 e tra i suoi committenti si annoverano il cardinale Pietro Ottoboni, papa Clemente XI Albani e l'elettore palatino Johann Wilhelm a Lothar Franz von Schönborn, dal quale ricevette nel 1715 la Croce di Cavaliere del Sacro Romano Impero. A Roma il Luti modellì la sua arte sugli esempi di Carlo Maratta, il principale pittore dell'epoca e a lui sottoponeva a giudizio suoi lavori, ma altrettanto fondamentale erano le opere del Gaulli, decisivi per il risvolto plastico e cromatico utile a sciogliere il suo primitivo linguaggio fiorentino. Su queste direttive di gusto, il pittore con l'inizio del secolo si svincola dai precetti maratteschi e i suoi mezzi espressivi pervengono ad una piena autonomia, sviluppando un linguaggio personalissimo ed interprete di quel classicismo arcadico che unisce la cultura barocca, il rococì fino al cristallino linguaggio di Pompeo Batoni.

Bibliografia di riferimento:
G. Sestieri, Repertorio della Pittura Romana della fine del Seicento e del Settecento, Torino 1994, II, figg. 640; 641

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