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Bruno Innocenti, Stradivaria I, 1943

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Bruno Innocenti
(Firenze 1906 - 1986)

Stradivaria I, 1943
Scultura in bronzo
cm. 77 h.

La Stradivaria I, un nudo che Bruno Innocenti realizzò nel 1943 fuso in pochi esemplari, rappresenta il punto di arrivo della sua prima fase plastica.
Allievo prediletto di Libero Andreotti, e nel 1933 suo successore alla Cattedra di Scultura all'Istituto Statale d'Arte di Porta Romana (Firenze), Innocenti aveva esordito in grande nel genere della statuaria della figura femminile. Con Margherita, 1926, figura stante ancora acerba e memore degli esempi del Maestro, e poi con Lilia, 1929, Lilia nuda, 1930, Giuditta, 1936, Madanda, 1935, e la eburnea grande Erinni, 1935, forse il marmo più bello nella scultura toscana tra le due guerre, aveva reso un'immagine originale del nudo femminile, coniugando insieme la raffinata memoria degli esempi classici ad una moderna sensibilità di luce e superfici nel modellato. Con Stradivaria I, lo "statuario" Innocenti, così come lo aveva definito Elio Vittorini, veniva a capo della prima fase del suo lavoro prima della evoluzione successiva alla guerra.
Il nome Stradivaria I fu dato dallo scultore a questa ed a un successivo nudo femminile, la Stradivaria II, per la metaforica somiglianza del corpo della donna ad un violino Stradivari.
Bibliografia di riferimento:
Bruno Innocenti scultore (1906-1986), a cura di Marco Fagioli e Renzo Gamucci, schede di Sara Meloni e Chiara Stefani, Aión Edizioni, Firenze, 2011, cat. pp. 80-81, n. 9.
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Time, Location
28 May 2022
Italy, Viale
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Bruno Innocenti
(Firenze 1906 - 1986)

Stradivaria I, 1943
Scultura in bronzo
cm. 77 h.

La Stradivaria I, un nudo che Bruno Innocenti realizzò nel 1943 fuso in pochi esemplari, rappresenta il punto di arrivo della sua prima fase plastica.
Allievo prediletto di Libero Andreotti, e nel 1933 suo successore alla Cattedra di Scultura all'Istituto Statale d'Arte di Porta Romana (Firenze), Innocenti aveva esordito in grande nel genere della statuaria della figura femminile. Con Margherita, 1926, figura stante ancora acerba e memore degli esempi del Maestro, e poi con Lilia, 1929, Lilia nuda, 1930, Giuditta, 1936, Madanda, 1935, e la eburnea grande Erinni, 1935, forse il marmo più bello nella scultura toscana tra le due guerre, aveva reso un'immagine originale del nudo femminile, coniugando insieme la raffinata memoria degli esempi classici ad una moderna sensibilità di luce e superfici nel modellato. Con Stradivaria I, lo "statuario" Innocenti, così come lo aveva definito Elio Vittorini, veniva a capo della prima fase del suo lavoro prima della evoluzione successiva alla guerra.
Il nome Stradivaria I fu dato dallo scultore a questa ed a un successivo nudo femminile, la Stradivaria II, per la metaforica somiglianza del corpo della donna ad un violino Stradivari.
Bibliografia di riferimento:
Bruno Innocenti scultore (1906-1986), a cura di Marco Fagioli e Renzo Gamucci, schede di Sara Meloni e Chiara Stefani, Aión Edizioni, Firenze, 2011, cat. pp. 80-81, n. 9.
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