CRESPINA, BOTTEGA PICCHI, 1560 CIRCA
CRESPINA, BOTTEGA PICCHI, 1560 CIRCA
in maiolica dipinta in policromia; Sul fronte scritta pirramo…/Stiba; diam. cm 24,4, diam. piede cm 11,5, alt. cm 6,5
A MOULDED BOWL (CRESPINA), WORKSHOP OF PICCHI, CIRCA 1560
Bibliografia di confronto
C.D. Fuchs, Maioliche istoriate rinascimentali del Museo Statale d’Arte Medioevale e Moderna di Arezzo, Arezzo 1993, pp. 233-238 nn. 217-231
La crespina è formata a stampo con umbone centrale rilevato, orlo mosso a formare quasi delle piccole punte e corpo sbalzato, Il piede è alto con orlo appena estroflesso. La decorazione, dipinta su uno smalto ricco con una vetrina brillante e lucida, presenta una scena istoriata entro paesaggio marino con montagne sullo sfondo e piccole cittadine arroccate: al centro Tisbe con le braccia aperte e il manto gonfiato dal vento, mentre scopre il cadavere di Piramo, suicida per amore, e ai suoi piedi un piccolo leone, origine del dramma, mentre poco distante sulla sinistra Eros si allontana; a destra una fonte sulla quale è frettolosamente scritta in corsivo l’epigrafe pirramo e Stiba e forse una data.
Il soggetto, tratto probabilmente dalle Metamorfosi di Ovidio (IV, vv. 55-166), fu spesso rappresentata dalla bottega di Ludovico e Angelo Picchi a Castel Durante, alla quale il piatto è stilisticamente riferibile. Sono infatti molti gli elementi che portano all’opera degli artefici durantini, come lo stile pittorico nella resa dei volti, l’impianto scenografico spesso narrativo, la morfologia della coppa e le caratteristiche tecniche, soprattutto nell’uso del verde smeraldo e dei colori nella loro accezione più brillante.
Tra i numerosi confronti segnaliamo le opere della bottega durantina conservate al Museo d’arte medievale di Arezzo.
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CRESPINA, BOTTEGA PICCHI, 1560 CIRCA
in maiolica dipinta in policromia; Sul fronte scritta pirramo…/Stiba; diam. cm 24,4, diam. piede cm 11,5, alt. cm 6,5
A MOULDED BOWL (CRESPINA), WORKSHOP OF PICCHI, CIRCA 1560
Bibliografia di confronto
C.D. Fuchs, Maioliche istoriate rinascimentali del Museo Statale d’Arte Medioevale e Moderna di Arezzo, Arezzo 1993, pp. 233-238 nn. 217-231
La crespina è formata a stampo con umbone centrale rilevato, orlo mosso a formare quasi delle piccole punte e corpo sbalzato, Il piede è alto con orlo appena estroflesso. La decorazione, dipinta su uno smalto ricco con una vetrina brillante e lucida, presenta una scena istoriata entro paesaggio marino con montagne sullo sfondo e piccole cittadine arroccate: al centro Tisbe con le braccia aperte e il manto gonfiato dal vento, mentre scopre il cadavere di Piramo, suicida per amore, e ai suoi piedi un piccolo leone, origine del dramma, mentre poco distante sulla sinistra Eros si allontana; a destra una fonte sulla quale è frettolosamente scritta in corsivo l’epigrafe pirramo e Stiba e forse una data.
Il soggetto, tratto probabilmente dalle Metamorfosi di Ovidio (IV, vv. 55-166), fu spesso rappresentata dalla bottega di Ludovico e Angelo Picchi a Castel Durante, alla quale il piatto è stilisticamente riferibile. Sono infatti molti gli elementi che portano all’opera degli artefici durantini, come lo stile pittorico nella resa dei volti, l’impianto scenografico spesso narrativo, la morfologia della coppa e le caratteristiche tecniche, soprattutto nell’uso del verde smeraldo e dei colori nella loro accezione più brillante.
Tra i numerosi confronti segnaliamo le opere della bottega durantina conservate al Museo d’arte medievale di Arezzo.
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