DOMENICO GARGIULO detto MICCO SPADARO (attr. a)
(Napoli, 1609 o 1610 - 1675)
Paesaggio con ponte, torrente e pastori
Olio su tela, cm 50X76
Il dipinto raffigura un paesaggio e i caratteri di stile suggeriscono l'attribuzione al pittore napoletano Domenico Gargiulo detto Micco Spadaro (Napoli, 1609 o 1610 - 1675). L'analisi della sua produzione suggerisce un periodo di formazione a Roma, dove il pittore ebbe l'opportunità di conoscere le opere dei bamboccianti, di Agostino Tassi, Paolo Brill e Filippo Napoletano. Ampiamente documentata è la sua collaborazione con Viviano Codazzi, in cui dimostra non solo una verve d'illustratore rapido e brillante di cronache quotidiane o di eventi storici, ma anche di saper creare grandi affreschi scenici gestendo diversi registri lessicali. Giancarlo Sestieri ha correttamente indicato quanto fu decisiva l'influenza del paesismo romano, specialmente delle opere di Garpard Dughet, ma scorrendo le immagini eseguite per la Certosa di San Martino a Napoli, non si possono dimenticare i debiti nei confronti di Dider Barra e l'affrancamento dagli esempi di Aniello Falcone e Giovanni Battista Castiglione. La tela qui presentata è un esempio affascinante di questa sprezzatura e il ductus suggerisce una prova pittorica affrontata con spirito libero come in un bozzetto.
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(Napoli, 1609 o 1610 - 1675)
Paesaggio con ponte, torrente e pastori
Olio su tela, cm 50X76
Il dipinto raffigura un paesaggio e i caratteri di stile suggeriscono l'attribuzione al pittore napoletano Domenico Gargiulo detto Micco Spadaro (Napoli, 1609 o 1610 - 1675). L'analisi della sua produzione suggerisce un periodo di formazione a Roma, dove il pittore ebbe l'opportunità di conoscere le opere dei bamboccianti, di Agostino Tassi, Paolo Brill e Filippo Napoletano. Ampiamente documentata è la sua collaborazione con Viviano Codazzi, in cui dimostra non solo una verve d'illustratore rapido e brillante di cronache quotidiane o di eventi storici, ma anche di saper creare grandi affreschi scenici gestendo diversi registri lessicali. Giancarlo Sestieri ha correttamente indicato quanto fu decisiva l'influenza del paesismo romano, specialmente delle opere di Garpard Dughet, ma scorrendo le immagini eseguite per la Certosa di San Martino a Napoli, non si possono dimenticare i debiti nei confronti di Dider Barra e l'affrancamento dagli esempi di Aniello Falcone e Giovanni Battista Castiglione. La tela qui presentata è un esempio affascinante di questa sprezzatura e il ductus suggerisce una prova pittorica affrontata con spirito libero come in un bozzetto.
