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Domenico Piola (Genova 1627-1703), Allegorie della

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coppia di dipinti olio su tela, cm 37,5x57,5, Soprattutto nella seconda metà del XVII secolo, nel momento più rigoglioso e spettacolare della pittura barocca, s’era affermato il gusto dei dipinti seriali per la decorazione degli interni dei palazzi patrizi genovesi. Ai pittori venivano così richieste spesso raffigurazioni allegoriche come quelle delle Stagioni, delle Muse, delle Arti, insomma di soggetti che si prestavano facilmente alle più varie e fantasiose interpretazioni. Domenico Piola, che dopo la dipartita dell’amico e maestro Valerio Castello, ne aveva ereditato il ruolo di assoluto dominatore della scena artistica genovese della seconda metà del secolo, fu senza dubbio il più fecondo interprete di questo particolare genere di opere decorative. Attingendo ad un repertorio di grande successo in cui s’era già particolarmente segnalato il proprio maestro, Piola rese protagonisti di queste sue opere teneri putti, immagini della prima infanzia, tutti rosee fossette e morbide cedevolezze, dediti per trastullo alla pittura, alla scultura ed alla musica, con l’utilizzo degli strumenti musicali più in voga a quel tempo. Un vero sovvertimento di quanto la classicità del secolo precedente aveva prodotto con immagini simboliche assai più solenni e spesso perfino algide. Le quattro opere qui riprodotte, le cui piccole dimensioni hanno indubbiamente imposto il rapido carattere “bozzettistico” dell’esecuzione, aggiungono inoltre una variante interpretativa nell’ambientazione paesaggistica in cui si diluisce il protagonismo dei personaggi, e l’alto carattere simbolico dei temi illustrati, acconciandoli alla scelta del formato ridotto.

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30 Jun 2020
Italy, Genova
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coppia di dipinti olio su tela, cm 37,5x57,5, Soprattutto nella seconda metà del XVII secolo, nel momento più rigoglioso e spettacolare della pittura barocca, s’era affermato il gusto dei dipinti seriali per la decorazione degli interni dei palazzi patrizi genovesi. Ai pittori venivano così richieste spesso raffigurazioni allegoriche come quelle delle Stagioni, delle Muse, delle Arti, insomma di soggetti che si prestavano facilmente alle più varie e fantasiose interpretazioni. Domenico Piola, che dopo la dipartita dell’amico e maestro Valerio Castello, ne aveva ereditato il ruolo di assoluto dominatore della scena artistica genovese della seconda metà del secolo, fu senza dubbio il più fecondo interprete di questo particolare genere di opere decorative. Attingendo ad un repertorio di grande successo in cui s’era già particolarmente segnalato il proprio maestro, Piola rese protagonisti di queste sue opere teneri putti, immagini della prima infanzia, tutti rosee fossette e morbide cedevolezze, dediti per trastullo alla pittura, alla scultura ed alla musica, con l’utilizzo degli strumenti musicali più in voga a quel tempo. Un vero sovvertimento di quanto la classicità del secolo precedente aveva prodotto con immagini simboliche assai più solenni e spesso perfino algide. Le quattro opere qui riprodotte, le cui piccole dimensioni hanno indubbiamente imposto il rapido carattere “bozzettistico” dell’esecuzione, aggiungono inoltre una variante interpretativa nell’ambientazione paesaggistica in cui si diluisce il protagonismo dei personaggi, e l’alto carattere simbolico dei temi illustrati, acconciandoli alla scelta del formato ridotto.

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