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LOT 0160

GAETANO DE SIMONE

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(Napoli, 1747 circa - dopo il 1822)
Ritratto di gentiluomo (di famiglia Ruffo?)
Olio su tela, cm 113X90

Il ritratto raffigura un comandante del regno borbonico e l'attribuzione collezionistica a Gaetano De Simone è qui mantenuta per le caratteristiche di stile e scrittura. L'opera è concepita secondo i canoni del ritratto ufficiale, dove predominano la personalità e il rango dell'effigiato. Il volto, costruito con attente sfumature degli incarnati, si staglia su uno sfondo grigio perlaceo e gli ornamenti, descritti con severa precisione, sembrano appartenere anch'essi al lessico dell'autore, il medesimo che si riscontra nei ritratti raffiguranti il Marchese Domenico Caracciolo, il Marchese Ignazio Frizzi, e Lazaro Doria duca di Tursi (Pisani 1996). L'attività del ritrattista, che puì aver preso l'avvio nell'ultimo quarto del secolo, concilia le tendenze della tradizione napoletana con le recenti istanze del neoclassicismo. Sembra chiaro, perì, osservando soprattutto i ritratti delle sorelle Carafa, la spiccata compostezza formale, il felice accostamento dei delicati valori cromatici, il garbo della rappresentazione, che dimostrano l'apertura in senso europeo.

Bibliografia di riferimento:
M. Pisani, Gaetano De Simone, un ignoto pittore napoletano della seconda metà del Settecento, in Prospettiva, 47, 1986, pp. 69 ; 74, fig. 3, 5
N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento, dal Rococì al Classicismo, II, Napoli 1989, p. 57, n. 228, figg. 301 ; 302
M. Pisani, Ritratti Napoletani dal Cinquecento all'Ottocento, Napoli 1996, pp. 85 ; 98, fig. 47, 55, 58

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21 Sep 2021
Italy, Genoa
Auction House
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(Napoli, 1747 circa - dopo il 1822)
Ritratto di gentiluomo (di famiglia Ruffo?)
Olio su tela, cm 113X90

Il ritratto raffigura un comandante del regno borbonico e l'attribuzione collezionistica a Gaetano De Simone è qui mantenuta per le caratteristiche di stile e scrittura. L'opera è concepita secondo i canoni del ritratto ufficiale, dove predominano la personalità e il rango dell'effigiato. Il volto, costruito con attente sfumature degli incarnati, si staglia su uno sfondo grigio perlaceo e gli ornamenti, descritti con severa precisione, sembrano appartenere anch'essi al lessico dell'autore, il medesimo che si riscontra nei ritratti raffiguranti il Marchese Domenico Caracciolo, il Marchese Ignazio Frizzi, e Lazaro Doria duca di Tursi (Pisani 1996). L'attività del ritrattista, che puì aver preso l'avvio nell'ultimo quarto del secolo, concilia le tendenze della tradizione napoletana con le recenti istanze del neoclassicismo. Sembra chiaro, perì, osservando soprattutto i ritratti delle sorelle Carafa, la spiccata compostezza formale, il felice accostamento dei delicati valori cromatici, il garbo della rappresentazione, che dimostrano l'apertura in senso europeo.

Bibliografia di riferimento:
M. Pisani, Gaetano De Simone, un ignoto pittore napoletano della seconda metà del Settecento, in Prospettiva, 47, 1986, pp. 69 ; 74, fig. 3, 5
N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento, dal Rococì al Classicismo, II, Napoli 1989, p. 57, n. 228, figg. 301 ; 302
M. Pisani, Ritratti Napoletani dal Cinquecento all'Ottocento, Napoli 1996, pp. 85 ; 98, fig. 47, 55, 58

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