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LOT 24

GASPAR DE WITTE II

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(Anversa, 1624 - 1681)
Paesaggio con ruderi e figure
Olio su tavola, cm 28X34
Questo paesaggio documenta il soggiorno italiano dell'artista olandese Gaspar de Witte a Roma dal 1646 al 1648, autore di vedute ideali del paesaggio laziale, con monumenti, fontane antiche, edifici in rovina. Si presume che gran parte delle sue creazioni furono eseguite dal vero, per il modo in cui è evocata la luce vivida, ma si riscontra inoltre la particolare sintesi tra il gusto italianizzante e la tradizione paesistica fiamminga. L'opera in esame è interessante per comprendere la peculiare influenza esercitata dal de Witte e dai suoi connazionali sui vedutisti romani settecenteschi, specialmente Paolo Anesi e Paolo Monaldi. Il pittore nel 1650 fu nuovamente ad Anversa ed è registrato nella Corporazione dei pittori a partire da quell'anno fino alla morte, avvenuta nel 1681. De Witte applicò il suo versatile talento ai generi più richiesti dalla borghesia cittadina per la decorazione di residenze private, dipingendo interni di gallerie con figure allegoriche e grandi paesaggi campestri animati da scene di vita quotidiana e ornati talvolta da elaborate fontane classicheggianti.

Bibliografia di riferimento:
L. Salerno, Pittori di Paesaggio del Seicento a Roma, Roma 1977-1980, II, pp. 618-619
Y. Thiéry, M. Kervyn de Meerendré, Les peintres flamands de paysage au XVIIe siècle, II, Bruxelles, 1987, pp. 176-178

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Time, Location
20 Jan 2023
Italy
Auction House
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(Anversa, 1624 - 1681)
Paesaggio con ruderi e figure
Olio su tavola, cm 28X34
Questo paesaggio documenta il soggiorno italiano dell'artista olandese Gaspar de Witte a Roma dal 1646 al 1648, autore di vedute ideali del paesaggio laziale, con monumenti, fontane antiche, edifici in rovina. Si presume che gran parte delle sue creazioni furono eseguite dal vero, per il modo in cui è evocata la luce vivida, ma si riscontra inoltre la particolare sintesi tra il gusto italianizzante e la tradizione paesistica fiamminga. L'opera in esame è interessante per comprendere la peculiare influenza esercitata dal de Witte e dai suoi connazionali sui vedutisti romani settecenteschi, specialmente Paolo Anesi e Paolo Monaldi. Il pittore nel 1650 fu nuovamente ad Anversa ed è registrato nella Corporazione dei pittori a partire da quell'anno fino alla morte, avvenuta nel 1681. De Witte applicò il suo versatile talento ai generi più richiesti dalla borghesia cittadina per la decorazione di residenze private, dipingendo interni di gallerie con figure allegoriche e grandi paesaggi campestri animati da scene di vita quotidiana e ornati talvolta da elaborate fontane classicheggianti.

Bibliografia di riferimento:
L. Salerno, Pittori di Paesaggio del Seicento a Roma, Roma 1977-1980, II, pp. 618-619
Y. Thiéry, M. Kervyn de Meerendré, Les peintres flamands de paysage au XVIIe siècle, II, Bruxelles, 1987, pp. 176-178

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