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LOT 43

GIANDOMENICO CIGNAROLI (attr. a)

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(Verona, 1724 - 1793)
Scena di Martirio
Inscritto in basso a destra
Matita su carta, cm 40X26,5
Allievo di Giambettino Cignaroli, il pittore svolse gran parte della sua carriera nella bottega familiare. Conseguì una certa indipendenza solo intorno al 1760, quando il suo stile pur mantenendosi in sintonia con la formazione iniziale riuscì a esprimere una certa indipendenza. Nondimeno, Gian Domenico non smise mai di coadiuvare il fratello nelle opere di maggior impegno o a realizzare copie delle composizioni più note o facilmente commerciabili. Questa inclinazione indusse l'artista a una sorta di interessante eclettismo, capace di guardare altresì agli esempi tenebrosi del Piazzetta o a declinare le proprie composizioni con delicati accenni di classicismo. Tali commistioni si evincono nelle tele in esame, che di bella conservazione compendiano l'eleganza rocaille cignaroliana, raffinatezze cromatiche e accenni chiaroscurali, aspetti che obbligano a una seria rivalutazione della sua qualità e autonomia artistica. Infatti, a ben vedere il nostro sin dalle prime prove si differenzia per una sensibilità più fremente, un uso drammaticamente teatrale della luce e fisionomie introverse, come si evince guardando il San Luigi Gonzaga in preghiera firmato e datato 1748 (canonica di Maccacari presso Gazzo Veronese), che emana una malinconica spiritualità prossima a quella che percepiamo nel foglio in esame.

Bibliografia di riferimento:
F. Benuzzi, Appunti per il catalogo di Giandomenico Cignaroli, in Arte Documento, 32, 2016, pp. 224-229
Il Settecento a Verona: Tiepolo, Cignaroli, Rotari- la nobiltà della pittura, catalogo della mostra a cura di F. Magani, Cinisello Balsamo 2011
D. Samatelli, Giandomenico Cignaroli, in I pittori dell'Accademia di Verona (1764-1813), a cura di L. Caburlotto, F. Magani, S. Marinelli, C. Rigoni, Crocetta del Montello (TV) 2011, pp. 181-193

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Estimate
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Time, Location
20 Jan 2023
Italy
Auction House
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(Verona, 1724 - 1793)
Scena di Martirio
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Matita su carta, cm 40X26,5
Allievo di Giambettino Cignaroli, il pittore svolse gran parte della sua carriera nella bottega familiare. Conseguì una certa indipendenza solo intorno al 1760, quando il suo stile pur mantenendosi in sintonia con la formazione iniziale riuscì a esprimere una certa indipendenza. Nondimeno, Gian Domenico non smise mai di coadiuvare il fratello nelle opere di maggior impegno o a realizzare copie delle composizioni più note o facilmente commerciabili. Questa inclinazione indusse l'artista a una sorta di interessante eclettismo, capace di guardare altresì agli esempi tenebrosi del Piazzetta o a declinare le proprie composizioni con delicati accenni di classicismo. Tali commistioni si evincono nelle tele in esame, che di bella conservazione compendiano l'eleganza rocaille cignaroliana, raffinatezze cromatiche e accenni chiaroscurali, aspetti che obbligano a una seria rivalutazione della sua qualità e autonomia artistica. Infatti, a ben vedere il nostro sin dalle prime prove si differenzia per una sensibilità più fremente, un uso drammaticamente teatrale della luce e fisionomie introverse, come si evince guardando il San Luigi Gonzaga in preghiera firmato e datato 1748 (canonica di Maccacari presso Gazzo Veronese), che emana una malinconica spiritualità prossima a quella che percepiamo nel foglio in esame.

Bibliografia di riferimento:
F. Benuzzi, Appunti per il catalogo di Giandomenico Cignaroli, in Arte Documento, 32, 2016, pp. 224-229
Il Settecento a Verona: Tiepolo, Cignaroli, Rotari- la nobiltà della pittura, catalogo della mostra a cura di F. Magani, Cinisello Balsamo 2011
D. Samatelli, Giandomenico Cignaroli, in I pittori dell'Accademia di Verona (1764-1813), a cura di L. Caburlotto, F. Magani, S. Marinelli, C. Rigoni, Crocetta del Montello (TV) 2011, pp. 181-193

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