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GIOVANNI BATTISTA NALDINI (attr. a)

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(Firenze, 1535 - 1591)
La Temperanza
Olio su tela, cm 103X72

Lo stile e la composizione del dipinto suggeriscono l'attribuzione al pittore fiorentino Giovanni Battista Naldini. L'artista si formì nella bottega di Pontormo i cui anni di lavoro sono documentati grazie ai disegni custoditi al Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi, nel Département des arts graphiques del Louvre, al Fogg Art Museum e allo Staatliche Museen, Kupferstichkabinett di Berlino. Si tratta di fogli che documentano l'interesse dell'artista verso le composizioni del maestro e di Andrea del Sarto, mentre le prime opere mostrano una propensione devozionale post-tridentina, secondo i modi del tardo Cinquecento toscano. Naldini frequentì successivamente la bottega di Giorgio Vasari e nel 1560 si recì a Roma cimentandosi nella pratica della copia guardando la statuaria, le opere di Raffaello e del Salviati. Nella Città Eterna, Naldini si recì ancora tra il 1577 e il 1580 dove lavorì a San Giovanni Decollato e a San Giovanni dei Fiorentini, oltre ad affrescare la cappella Altoviti a Trinità dei Monti. A questo momento storico, per analogie cromatiche e impostazione, dimostrandosi un sofisticato pittore da cavalletto dipingendo eleganti scene mitologiche e allegoriche come questa in esame.

Bibliografia di riferimento:
R. Borghini, Il Riposo (1584), I, Milano 1967, pp. 101, 112, 114, 190, 197, 205, 588, 613-619
A. Giovannetti, in La pittura in Italia. Il Cinquecento, Milano 1987, II, pp. 779

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Sale price
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Estimate
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Time, Location
21 Sep 2021
Italy, Genoa
Auction House
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(Firenze, 1535 - 1591)
La Temperanza
Olio su tela, cm 103X72

Lo stile e la composizione del dipinto suggeriscono l'attribuzione al pittore fiorentino Giovanni Battista Naldini. L'artista si formì nella bottega di Pontormo i cui anni di lavoro sono documentati grazie ai disegni custoditi al Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi, nel Département des arts graphiques del Louvre, al Fogg Art Museum e allo Staatliche Museen, Kupferstichkabinett di Berlino. Si tratta di fogli che documentano l'interesse dell'artista verso le composizioni del maestro e di Andrea del Sarto, mentre le prime opere mostrano una propensione devozionale post-tridentina, secondo i modi del tardo Cinquecento toscano. Naldini frequentì successivamente la bottega di Giorgio Vasari e nel 1560 si recì a Roma cimentandosi nella pratica della copia guardando la statuaria, le opere di Raffaello e del Salviati. Nella Città Eterna, Naldini si recì ancora tra il 1577 e il 1580 dove lavorì a San Giovanni Decollato e a San Giovanni dei Fiorentini, oltre ad affrescare la cappella Altoviti a Trinità dei Monti. A questo momento storico, per analogie cromatiche e impostazione, dimostrandosi un sofisticato pittore da cavalletto dipingendo eleganti scene mitologiche e allegoriche come questa in esame.

Bibliografia di riferimento:
R. Borghini, Il Riposo (1584), I, Milano 1967, pp. 101, 112, 114, 190, 197, 205, 588, 613-619
A. Giovannetti, in La pittura in Italia. Il Cinquecento, Milano 1987, II, pp. 779

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21 Sep 2021
Italy, Genoa
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