Giacomo Guardi (1764 - 1835)
Giacomo Guardi (1764 1835)
Veduta di Piazza San Marco verso San Giorgio.
Tempera/gouache su carta
Al retro reca scritta autografa: Veduta della Piazzetta Giacomo de Guardi
View of Piazza San Marco towards San Giorgio.
Tempera / gouache on paper
On the back it bears an autographed inscription: View of the Piazzetta Giacomo de Guardi
11x16,5 cm
Figlio del celeberrimo Francesco Guardi, Giacomo continua sulle tracce del padre a dipingendo vedute veneziane. Se ad olio imita pedissequamente Francesco nelle opere a tempera su carta egli assume un linguaggio del tutto personale. Emerge un pittore erudito che, oltre al padre, dimostra di conoscere i grandi vedutisti della generazione precedente alla sua: Carlevarijs, Canaletto, Bellotto, Marieschi. Da questi artisti coglie angoli prospettici traducendo la loro pittura aulica in narrazione popolare. Con Giacomo Guardi, ancor più dei Grubacs, Bison, Caffi, Querena, Venezia si spoglia del suo splendore convenzionale e appare vissuta da un popolo pigro e indolente all’aurea secolare degli edifici che lo circonda.
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Giacomo Guardi (1764 1835)
Veduta di Piazza San Marco verso San Giorgio.
Tempera/gouache su carta
Al retro reca scritta autografa: Veduta della Piazzetta Giacomo de Guardi
View of Piazza San Marco towards San Giorgio.
Tempera / gouache on paper
On the back it bears an autographed inscription: View of the Piazzetta Giacomo de Guardi
11x16,5 cm
Figlio del celeberrimo Francesco Guardi, Giacomo continua sulle tracce del padre a dipingendo vedute veneziane. Se ad olio imita pedissequamente Francesco nelle opere a tempera su carta egli assume un linguaggio del tutto personale. Emerge un pittore erudito che, oltre al padre, dimostra di conoscere i grandi vedutisti della generazione precedente alla sua: Carlevarijs, Canaletto, Bellotto, Marieschi. Da questi artisti coglie angoli prospettici traducendo la loro pittura aulica in narrazione popolare. Con Giacomo Guardi, ancor più dei Grubacs, Bison, Caffi, Querena, Venezia si spoglia del suo splendore convenzionale e appare vissuta da un popolo pigro e indolente all’aurea secolare degli edifici che lo circonda.
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