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LOT 0239

Giorgio Duranti (Brescia, 1683 - Palazzolo S/O, 1753)

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olio su tela, cm 34x47 , Provenienza: collezione Lanfranchi, Palazzolo sull’Oglio Bibliografia: C. Parisio, Giorgio Duranti 1687-1753, 2004, pp. 52 (tav.), 94, n. 37 Il Conte Giorgio Duranti coltivò a Brescia il genere animalista, caratterizzato dalla raffigurazione prevalente di “natura vivaâ€, cioè di animali viventi intesi come unici protagonisti della scena. Appartenenti quasi esclusivamente alla classe degli uccelli, erano scelti nella fauna locale e rappresentati secondo tre ordini: gli animali da cortile (i domestici: galli, galline, pulcini, oche, anatre e tacchini), gli uccelli di palude (i selvatici: anatre selvatiche, trampolieri) e i predatori (i rapaci: barbagianni, gufi, civette, nibbi, poiane). A dispetto delle nobili origini, l'artista raggiunse un alto grado di specializzazione, attestato dall’apprezzamento della letteratura artistica e dall’ininterrotta tradizione collezionistica. Nel dipinto in oggetto il pittore scelse di rappresentare un gruppo di volatili da cortile, in posa, in primo piano, contro un paesaggio appena accennato. Con un approccio concreto, che si connette al filone realistico della pittura bresciana, descrive il loro piumaggio facendo ricorso a una pennellata sottile, volta a suggerirne con effetto tattile la morbidezza. L’esecuzione minuta e il tono intimistico che caratterizzano la composizione rimandano alla pittura fiamminga, che certamente Duranti aveva avuto modo di conoscere attraverso i quadri conservati nelle collezioni nobiliari bresciane o a Venezia. Il dipinto, realizzato su carta, come dimostra la piegatura del foglio ancora visibile al centro, poi trasportata su tela, costituisce il modelletto di un soggetto ripreso almeno due volte dall’artista (una versione è conservata presso la Pinacoteca Tosio e Martinengo di Brescia). L’impiego del supporto cartaceo non deve meravigliare: obbediva a una precisa scelta, quella di ottenere effetti di pittura liscia come nelle tavole nordiche.

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12 Jun 2019
Italy, Genova
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olio su tela, cm 34x47 , Provenienza: collezione Lanfranchi, Palazzolo sull’Oglio Bibliografia: C. Parisio, Giorgio Duranti 1687-1753, 2004, pp. 52 (tav.), 94, n. 37 Il Conte Giorgio Duranti coltivò a Brescia il genere animalista, caratterizzato dalla raffigurazione prevalente di “natura vivaâ€, cioè di animali viventi intesi come unici protagonisti della scena. Appartenenti quasi esclusivamente alla classe degli uccelli, erano scelti nella fauna locale e rappresentati secondo tre ordini: gli animali da cortile (i domestici: galli, galline, pulcini, oche, anatre e tacchini), gli uccelli di palude (i selvatici: anatre selvatiche, trampolieri) e i predatori (i rapaci: barbagianni, gufi, civette, nibbi, poiane). A dispetto delle nobili origini, l'artista raggiunse un alto grado di specializzazione, attestato dall’apprezzamento della letteratura artistica e dall’ininterrotta tradizione collezionistica. Nel dipinto in oggetto il pittore scelse di rappresentare un gruppo di volatili da cortile, in posa, in primo piano, contro un paesaggio appena accennato. Con un approccio concreto, che si connette al filone realistico della pittura bresciana, descrive il loro piumaggio facendo ricorso a una pennellata sottile, volta a suggerirne con effetto tattile la morbidezza. L’esecuzione minuta e il tono intimistico che caratterizzano la composizione rimandano alla pittura fiamminga, che certamente Duranti aveva avuto modo di conoscere attraverso i quadri conservati nelle collezioni nobiliari bresciane o a Venezia. Il dipinto, realizzato su carta, come dimostra la piegatura del foglio ancora visibile al centro, poi trasportata su tela, costituisce il modelletto di un soggetto ripreso almeno due volte dall’artista (una versione è conservata presso la Pinacoteca Tosio e Martinengo di Brescia). L’impiego del supporto cartaceo non deve meravigliare: obbediva a una precisa scelta, quella di ottenere effetti di pittura liscia come nelle tavole nordiche.

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