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LOT 52

LUIGI BASILETTI

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(attribuito a)
Apollo e Diana saettano i Niobidi
Olio su tela, 98x130 cm
Luigi Basiletti fu uno dei più importanti pittori attivi a Brescia nel primo Ottocento. Amico del conte Paolo Tosio Martinengo, fu da lui ingaggiato per molti lavori nelle sue dimore, commissioni di opere, acquisti di antichità e opere d'arte in Roma. La tela di Niobe fu commissiona da Paolo Tosio al Basiletti nel 1819 a Roma, completato entro il 1820, e si trova nelle collezioni civiche bresciane (Museo di Santa Giulia) con una parte dei disegni e studi preparatori. Rappresenta la storia narrata da Ovidio di Niobe che si vantava di aver avuto più figli (quattordici) della dea Latona, madre di Apollo e Artemide, Niobe fu punita da questi ultimi con la morte dei suoi quattordici figli - sette femmine e sette maschi - colpiti dagli strali scoccati dagli archi dei divini gemelli. Per il dolore Niobe si trasformò in una roccia (Ovidio, Le Metamorfosi, VI). Le lettere scambiate fra il pittore e Tosio, testimoniano di un lungo processo di studio con molti disegni preparatori. Il dipinto qui presentato è inedito ed assai importante, si inserisce all'interno di questo percorso di elaborazione e dovrà essere oggetto di ulteriori studi.

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Time, Location
15 May 2021
Italy, Vercelli
Auction House
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Apollo e Diana saettano i Niobidi
Olio su tela, 98x130 cm
Luigi Basiletti fu uno dei più importanti pittori attivi a Brescia nel primo Ottocento. Amico del conte Paolo Tosio Martinengo, fu da lui ingaggiato per molti lavori nelle sue dimore, commissioni di opere, acquisti di antichità e opere d'arte in Roma. La tela di Niobe fu commissiona da Paolo Tosio al Basiletti nel 1819 a Roma, completato entro il 1820, e si trova nelle collezioni civiche bresciane (Museo di Santa Giulia) con una parte dei disegni e studi preparatori. Rappresenta la storia narrata da Ovidio di Niobe che si vantava di aver avuto più figli (quattordici) della dea Latona, madre di Apollo e Artemide, Niobe fu punita da questi ultimi con la morte dei suoi quattordici figli - sette femmine e sette maschi - colpiti dagli strali scoccati dagli archi dei divini gemelli. Per il dolore Niobe si trasformò in una roccia (Ovidio, Le Metamorfosi, VI). Le lettere scambiate fra il pittore e Tosio, testimoniano di un lungo processo di studio con molti disegni preparatori. Il dipinto qui presentato è inedito ed assai importante, si inserisce all'interno di questo percorso di elaborazione e dovrà essere oggetto di ulteriori studi.

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