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LEONCILLO (LEONARDI) (Spoleto, 1915 - Roma, 1968), Dattilografa

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cm. 49x33x12

Firma in basso a sinistra. Bibliografia di confronto: 1979, Leoncillo (1915-1968), De Luca Editore, Roma, p.20 tav. 27, p.46 tav.28, p.47 tav. 29,pp. 90-91 tav. 29, p.92 tav. 33, p.94 tav. 40 (Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma, Valle Giulia, 19 settembre - 28 ottobre 1979); 1983, Leoncillo, Catalogo della Mostra a Ferrara e Spoleto, p.88 tav. 43-44,p.92 tav. 49 (Comune di Ferrara Assessorato Istituzioni Culturali, Galleria Civica d'Arte Moderna, Palazzo dei Diamanti, 8 maggio - 26 giugno 1983; Comune di Spoleto Assessorato alla Cultura, agosto-settembre 1983); 2019, Leoncillo, materia radicale, opere 1958-1968, Skira Editore, Milano, p.19. Oltre agli esempi di confronto nelle pubblicazioni citate, riferiti a sculture e a vari disegni o studi preparatori per opere stilisticamente affini, particolarmente significativa ci sembra la notazione di Enrico Mascelloni (Ed. Skira 2019) dove egli enuclea con lucida sintesi le caratteristiche salienti delle ceramiche di Leoncillo appartenenti alla fase neocubista, cui la Dattilografa qui posta all’incanto evidentemente appartiene: “Prima della svolta del 1958, lo scultore realizza sontuosi ritratti in ceramica, più legati tuttavia alla solarità di Matisse che all’aggressività di Picasso. Altri temi ondeggiano tra la rappresentazione della modernità proletaria (Centralinista, Dattolografa) e di quella mondana e sofisticata ravvisabile nei ritratti di attrici.”

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22 Feb 2020
Italy
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