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LOT 0121

PIETRO RICCHI (attr. a)

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(Lucca, 1606 - Udine, 1675)
La Beata Anna Giustiniani
Olio su tela, cm 115X97

La biografia tramandataci dal Baldinucci disegna un profilo avventuroso e inquieto dell'artista, formatosi nell'ambiente controriformato fiorentino con il Passignano e partecipe a Bologna della vivace bottega reniana. Ancora giovanissimo intraprese un viaggio in Francia, lavorì a Lione, e a Parigi, dove ferì gravemente un uomo a duello, per poi fuggire a Milano, giungere a Venezia agli inizi del sesto decennio e trovare nuove commissioni in Trentino. La sua tecnica, capace di ottenere il meglio dagli impasti pittorici, mostra una sapienza onnivora, una stesura di carattere morbido ma intensa nei suoi giochi tonali e invenzioni di lume. Il Lanzi rimproverava il pittore di aver introdotto a Venezia 'quel metodo di dipingere così oleoso ed oscuro' e tra queste invenzioni vanno certamente ricordate le tele raffiguranti L'Indovina del Museo di Padova, Amore e Psiche già di collezione milanese e la Giuditta conservata al Museo di Trento, opere 'a lume di notte', prodotte tra gli anni 1653 e il 1657, nel momento di passaggio fra l'attività lombarda e trentina con quella svolta nella città lagunare. Al momento lombardo, o verosimilmente di poco successivo, sembra collocarsi la tela in esame, quindi intorno alla metà del quinto decennio, quando l'artista eseguì anche il Ritratto del Vescovo Vincenzo Giustiniani custodito nel Palazzo vescovile di Brescia, opera che secondo il Da Poggetto (p. 251, n. 53) 'apre un capitolo di ricerche nuovo: quello del Ricchi pittore di Ritratti' che oggi sono in gran parte dispersi. Guardando l'opera in esame, possiamo infatti notare che il volto della santa mostra una precisa caratterizzazione a guisa di un ritratto dal vero, sia pur inevitabilmente postumo, in cui l'artista delinea con naturalismo l'espressione del volto, le mani e i brani di natura morta, a differenza dell'apparizione dell'angelo, raffigurato come una vera e propria apparizione con tenui sfumature.

Bibliografia di riferimento:
M. Botteri Ottaviani, Pietro Ricchi 1606 - 1675, catalogo della mostra, Milano 1996, ad vocem
M. Pulini, La mano cangiante di Pietro Ricchi, in Arte documento, 9, (1995) 1996, pp. 120 ; 131
P. Dal Poggetto, Pietro Ricchi, Rimini 1996, ad vocem

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Sale price
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Estimate
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Time, Location
21 Sep 2021
Italy, Genoa
Auction House
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(Lucca, 1606 - Udine, 1675)
La Beata Anna Giustiniani
Olio su tela, cm 115X97

La biografia tramandataci dal Baldinucci disegna un profilo avventuroso e inquieto dell'artista, formatosi nell'ambiente controriformato fiorentino con il Passignano e partecipe a Bologna della vivace bottega reniana. Ancora giovanissimo intraprese un viaggio in Francia, lavorì a Lione, e a Parigi, dove ferì gravemente un uomo a duello, per poi fuggire a Milano, giungere a Venezia agli inizi del sesto decennio e trovare nuove commissioni in Trentino. La sua tecnica, capace di ottenere il meglio dagli impasti pittorici, mostra una sapienza onnivora, una stesura di carattere morbido ma intensa nei suoi giochi tonali e invenzioni di lume. Il Lanzi rimproverava il pittore di aver introdotto a Venezia 'quel metodo di dipingere così oleoso ed oscuro' e tra queste invenzioni vanno certamente ricordate le tele raffiguranti L'Indovina del Museo di Padova, Amore e Psiche già di collezione milanese e la Giuditta conservata al Museo di Trento, opere 'a lume di notte', prodotte tra gli anni 1653 e il 1657, nel momento di passaggio fra l'attività lombarda e trentina con quella svolta nella città lagunare. Al momento lombardo, o verosimilmente di poco successivo, sembra collocarsi la tela in esame, quindi intorno alla metà del quinto decennio, quando l'artista eseguì anche il Ritratto del Vescovo Vincenzo Giustiniani custodito nel Palazzo vescovile di Brescia, opera che secondo il Da Poggetto (p. 251, n. 53) 'apre un capitolo di ricerche nuovo: quello del Ricchi pittore di Ritratti' che oggi sono in gran parte dispersi. Guardando l'opera in esame, possiamo infatti notare che il volto della santa mostra una precisa caratterizzazione a guisa di un ritratto dal vero, sia pur inevitabilmente postumo, in cui l'artista delinea con naturalismo l'espressione del volto, le mani e i brani di natura morta, a differenza dell'apparizione dell'angelo, raffigurato come una vera e propria apparizione con tenui sfumature.

Bibliografia di riferimento:
M. Botteri Ottaviani, Pietro Ricchi 1606 - 1675, catalogo della mostra, Milano 1996, ad vocem
M. Pulini, La mano cangiante di Pietro Ricchi, in Arte documento, 9, (1995) 1996, pp. 120 ; 131
P. Dal Poggetto, Pietro Ricchi, Rimini 1996, ad vocem

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21 Sep 2021
Italy, Genoa
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