PITTORE ATTIVO A FIRENZE NEL XVII-XVIII SECOLO
Medea
Olio su tela, cm 70X90
Attribuita a un maestro di scuola fiamminga, la tela offre interessanti spunti di confronto con quella corrente cortonesca con esiti di sapore rocaille di cui fu partecipe Pier Dandini (Firenze, 1646 - 1712). A queste influenze si avverte altresì un dipingere visionario di ascendenza rosiana che a Firenze impiegherà in quegli anni Livio Mehus (Oudenaarde, 1627 - Firenze, 1691), miscelando sapientemente spunti romani, memorie nordiche e suggestioni barocche capitoline. L'ambientazione scenica, quanto mai teatrale e alla Mehus, vede nel bacile una similitudine con quello raffigurato dal Dandini nel Baccanale di collezione Bavuso pubblicato da Sandro Bellesi (cfr. S. Bellesi, Catalogo dei pittori Fiorentini del '600 e '700. Biografie e opere, Firenze 2009, II, p. 203, n. 429), così è per la figura di Medea, il cui profilo evoca i modelli del fiorentino. Tuttavia, la dissoluzione materica e l'accento tenebroso suggeriscono un'attribuzione a Mehus e in una data matura, in analogia con La fuga da Troia e La Giunone custodite a Palazzo Pitti (cfr. Livio Mehus. Un pittore barocco alla corte dei Medici. 1627-1691, catalogo della mostra a cura di M. Chiarini, Firenze 2000, p. 117, n. 45- p. 121, n. 49) databili al nono decennio.
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Medea
Olio su tela, cm 70X90
Attribuita a un maestro di scuola fiamminga, la tela offre interessanti spunti di confronto con quella corrente cortonesca con esiti di sapore rocaille di cui fu partecipe Pier Dandini (Firenze, 1646 - 1712). A queste influenze si avverte altresì un dipingere visionario di ascendenza rosiana che a Firenze impiegherà in quegli anni Livio Mehus (Oudenaarde, 1627 - Firenze, 1691), miscelando sapientemente spunti romani, memorie nordiche e suggestioni barocche capitoline. L'ambientazione scenica, quanto mai teatrale e alla Mehus, vede nel bacile una similitudine con quello raffigurato dal Dandini nel Baccanale di collezione Bavuso pubblicato da Sandro Bellesi (cfr. S. Bellesi, Catalogo dei pittori Fiorentini del '600 e '700. Biografie e opere, Firenze 2009, II, p. 203, n. 429), così è per la figura di Medea, il cui profilo evoca i modelli del fiorentino. Tuttavia, la dissoluzione materica e l'accento tenebroso suggeriscono un'attribuzione a Mehus e in una data matura, in analogia con La fuga da Troia e La Giunone custodite a Palazzo Pitti (cfr. Livio Mehus. Un pittore barocco alla corte dei Medici. 1627-1691, catalogo della mostra a cura di M. Chiarini, Firenze 2000, p. 117, n. 45- p. 121, n. 49) databili al nono decennio.
