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PITTORE ATTIVO IN LOMBARDIA NEL XV-XVI SECOLO

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Ritratto di poeta
Olio su tavola, cm 48X44
La tavola in esame presenta caratteri di stile che suggeriscono l'origine mantovana dell'autore, in modo particolare se viene confrontata con quelle recentemente pubblicate da Roberta Aglio e provenienti dal Palazzo Secco-Pastore a San Martino Gusnago, oggi disperse in diverse collezioni museali e private. La studiosa specifica che 'i nuclei più consistenti di questo ciclo sono conservati al Victoria & Albert Museum di Londra (sei tavole) e al Metropolitan Museum di New York (dodici tavole). Due manufatti sono esposti in Florida presso il Cornell Fine Arts Museum e altrettanti afferiscono ancora oggi alla collezione di Federico Zeri' (Cfr. R. Aglio 2018). L'aspetto più interessante dal punto di vista culturale di queste opere è l'interesse critico e collezionistico suscitato in ambito anglosassone e americano durante il XIX secolo, mentre in Italia i primi timidi studi si avranno solo nel 1911 con Pietro Toesca (Cfr. Aglio, p. 203, n. 83-84), ma solo negli anni Cinquanta del '900 si assisterà a una ricerca dettagliata (Cfr. W. terni de Gregory, Pittura artigiana lombarda del Rinascimento, Milano 1958) e avranno un seguito interessante con Federico Zeri. Quest'ultimo, dopo aver riferito le tavolette del Metropolitan a Floriano Ferramola (Cfr. The Metropolitan Museum of Art. Italian paintings. North Italian School, a cura di F. Zeri, E. E. Gardner, New York, Metropolitan Museum of Art, 1986, pp. 72-74), nel 1990 rilevò proprio nel ciclo mantovano un singolare connubio tra cultura italiana ed ebraica promosso dal condottiero ebreo convertito Eusebio Malatesta, che ricevette in dono da Federico II Gonzaga Palazzo Secco, che decorò con le tavolette oggi a Londra e New York, tra cui due con figure che indossano costumi ebraici (Cfr. Zeri 1990).

Bibliografia di riferimento:
R. Aglio, Il soffitto di Palazzo Secco-Pastore a San Martino Gusnago (Mantova) e la dispersione delle tavolette lignee dipinte tra XIX e XX secolo, in Atti dell'Incontro internazionale di studiosi delle tavolette da soffitto e dei soffitti dipinti medievali Viadana, 21 ; 22 ottobre 2017, in Quaderni della società storica viadanese 11, 2018, pp. 181-232
F. Zeri, L'ebreo inventore, in Orto aperto, Milano 1990, pp. 109 ; 112 fig. 60
A. Bacchi, Federico Zeri collezionista, in Venti modi di essere Zeri, a cura di M. Gregori, Torino 2001, pp. 43-44

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Estimate
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Time, Location
20 Jan 2023
Italy
Auction House
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Ritratto di poeta
Olio su tavola, cm 48X44
La tavola in esame presenta caratteri di stile che suggeriscono l'origine mantovana dell'autore, in modo particolare se viene confrontata con quelle recentemente pubblicate da Roberta Aglio e provenienti dal Palazzo Secco-Pastore a San Martino Gusnago, oggi disperse in diverse collezioni museali e private. La studiosa specifica che 'i nuclei più consistenti di questo ciclo sono conservati al Victoria & Albert Museum di Londra (sei tavole) e al Metropolitan Museum di New York (dodici tavole). Due manufatti sono esposti in Florida presso il Cornell Fine Arts Museum e altrettanti afferiscono ancora oggi alla collezione di Federico Zeri' (Cfr. R. Aglio 2018). L'aspetto più interessante dal punto di vista culturale di queste opere è l'interesse critico e collezionistico suscitato in ambito anglosassone e americano durante il XIX secolo, mentre in Italia i primi timidi studi si avranno solo nel 1911 con Pietro Toesca (Cfr. Aglio, p. 203, n. 83-84), ma solo negli anni Cinquanta del '900 si assisterà a una ricerca dettagliata (Cfr. W. terni de Gregory, Pittura artigiana lombarda del Rinascimento, Milano 1958) e avranno un seguito interessante con Federico Zeri. Quest'ultimo, dopo aver riferito le tavolette del Metropolitan a Floriano Ferramola (Cfr. The Metropolitan Museum of Art. Italian paintings. North Italian School, a cura di F. Zeri, E. E. Gardner, New York, Metropolitan Museum of Art, 1986, pp. 72-74), nel 1990 rilevò proprio nel ciclo mantovano un singolare connubio tra cultura italiana ed ebraica promosso dal condottiero ebreo convertito Eusebio Malatesta, che ricevette in dono da Federico II Gonzaga Palazzo Secco, che decorò con le tavolette oggi a Londra e New York, tra cui due con figure che indossano costumi ebraici (Cfr. Zeri 1990).

Bibliografia di riferimento:
R. Aglio, Il soffitto di Palazzo Secco-Pastore a San Martino Gusnago (Mantova) e la dispersione delle tavolette lignee dipinte tra XIX e XX secolo, in Atti dell'Incontro internazionale di studiosi delle tavolette da soffitto e dei soffitti dipinti medievali Viadana, 21 ; 22 ottobre 2017, in Quaderni della società storica viadanese 11, 2018, pp. 181-232
F. Zeri, L'ebreo inventore, in Orto aperto, Milano 1990, pp. 109 ; 112 fig. 60
A. Bacchi, Federico Zeri collezionista, in Venti modi di essere Zeri, a cura di M. Gregori, Torino 2001, pp. 43-44

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