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LOT 0150

PITTORE DEL XVII-XVIII SECOLO

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Natura morta
Olio su tela, cm 69X90

Già attribuita al pittore spagnolo Francisco Barrera (1595 - 1658), la tela esibisce altresì caratteri illustrativi che evocano le nature morte di scuola emiliano-romagnola sulla scia di Paolo Antonio Barbieri. Il ricercato arcaismo con cui sono descritti e ordinati gli oggetti, raffigurati a sé stanti, è contraddistinto da una luminosità di sapore caravaggesco che suggerirebbe una datazione arcaica. In tal senso è inevitabile pensare al significato allegorico di queste opere, dove l'essenzialità è preponderante a differenza delle esuberanti tavole imbandite olandesi. Nel nostro caso, l'artista dipinge una vera e propria meditazione sullo spazio e una rigorosa osservazione della realtà, pervenendo a un risultato di straordinaria efficacia. Tuttavia, alcuni aspetti tecnici sembrerebbero condurci al secolo successivo, con sfumature compositive che troveremo nelle prove del marchigiano Carlo Magini, per la modernità concettuale dell'impaginazione che comunque emerge e trova confronti con le Tavole di Cucina imbandite, conservate nella Pinacoteca Civica e nella Quadreria della Cassa di Risparmio di Fano.

Bibliografia di riferimento:
R. Battistini, B. Cleri, C. Giardini, E. Negro, N. Rosio, L'anima e le cose. La natura morta nell'Italia pontificia nel XVII e XVIII secolo, catalogo della mostra, Modena 2001, ad vocem
D. Benati e L. Peruzzi, La natura morta in Emilia e in Romagna, Milano 2000, ad vocem

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Sale price
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Estimate
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Time, Location
21 Sep 2021
Italy, Genoa
Auction House
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Natura morta
Olio su tela, cm 69X90

Già attribuita al pittore spagnolo Francisco Barrera (1595 - 1658), la tela esibisce altresì caratteri illustrativi che evocano le nature morte di scuola emiliano-romagnola sulla scia di Paolo Antonio Barbieri. Il ricercato arcaismo con cui sono descritti e ordinati gli oggetti, raffigurati a sé stanti, è contraddistinto da una luminosità di sapore caravaggesco che suggerirebbe una datazione arcaica. In tal senso è inevitabile pensare al significato allegorico di queste opere, dove l'essenzialità è preponderante a differenza delle esuberanti tavole imbandite olandesi. Nel nostro caso, l'artista dipinge una vera e propria meditazione sullo spazio e una rigorosa osservazione della realtà, pervenendo a un risultato di straordinaria efficacia. Tuttavia, alcuni aspetti tecnici sembrerebbero condurci al secolo successivo, con sfumature compositive che troveremo nelle prove del marchigiano Carlo Magini, per la modernità concettuale dell'impaginazione che comunque emerge e trova confronti con le Tavole di Cucina imbandite, conservate nella Pinacoteca Civica e nella Quadreria della Cassa di Risparmio di Fano.

Bibliografia di riferimento:
R. Battistini, B. Cleri, C. Giardini, E. Negro, N. Rosio, L'anima e le cose. La natura morta nell'Italia pontificia nel XVII e XVIII secolo, catalogo della mostra, Modena 2001, ad vocem
D. Benati e L. Peruzzi, La natura morta in Emilia e in Romagna, Milano 2000, ad vocem

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21 Sep 2021
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