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Paolo Farinati (Verona 1524 - 1606) attribuito/attributed

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Paolo Farinati (Verona 1524 - 1606) attribuito/attributed

Paolo Farinati (Verona 1524 - 1606) attribuito/attributed
"Figura allegorica"
Olio su tela
"Allegorical figure"
Oil on canvas
110 x 79 cm

In gioventù si reca a Mantova, dove studia e assimila l’opera di Giulio Romano. In realtà il suo principale ispiratore è l'amico Paolo Caliari, detto il Veronese. La sua carriera fu caratterizzata da un'intensa produzione, divisa variamente tra soggetti d’arte sacra e profana. Le sue opere erano destinate ai palazzi cittadini e alle nascenti ville venete, ai nobili casati, nonché alle chiese dell’intero territorio della Serenissima. Alla sua morte, nel 1606, l’attività della sua vivace bottega è condotta dai figli Orazio e Giambattista. Paolo Farinati è considerato un pittore espressamente veronesiano: in effetti, il suo stile rispecchia un linguaggio molto legato a quello di Paolo Caliari, sebbene non manchi assolutamente una riscrittura e personalizzazione dei modi del celeberrimo amico. L’opera qui presentata ricalca gli stilemi veronesiani rivisti da Farinati con la sua pittura asciutta, stesa lasciando intravedere il supporto, magra di medium da sembrare spesso una tempera. L’esecuzione è veloce e al contempo capace di delineare in pochi ma calibrati tocchi la conformazione della figura, che accesa da colpi luce emerge volumetricamente alla nostra vista. Una datazione plausibile designa questa tela verso la fine dell’attività di Farinati, quindi allo scadere del XVI secolo: periodo in cui, aiutato dai figli, dipinge sovente serie di figure allegoriche o mitologiche eseguite con sintesi e sciolta bravura, scevre di quella ricercata ricchezza d’un tempo. Tra queste opere appena citate, si rimanda alla comparazione con il “San Pietro”, conservato al Museo di Castelvecchio a Verona. Per quanto riguarda l’impostazione, la comparazione va fatta con l’affresco conservato nel medesimo museo, “Figura mitologica in nicchia”, che vista in controparte ricalca perfettamente la nostra opera. In particolare va segnalata la precisa convergenza del disegno delle mani. Infine, si invita a guardare il disegno “L’abbondanza” di Windsor Caste, probabilmente all’origine di questa fortunata raffigurazione femminile nell’arte di Farinati, a sua volta probabilmente ispirato dall’invenzione del Veronese per “Diana cacciatrice”, oggi all’Ermitage di San Pietroburgo

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Estimate
Unlock
Time, Location
19 Apr 2021
Italy, Milan
Auction House
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Paolo Farinati (Verona 1524 - 1606) attribuito/attributed

Paolo Farinati (Verona 1524 - 1606) attribuito/attributed
"Figura allegorica"
Olio su tela
"Allegorical figure"
Oil on canvas
110 x 79 cm

In gioventù si reca a Mantova, dove studia e assimila l’opera di Giulio Romano. In realtà il suo principale ispiratore è l'amico Paolo Caliari, detto il Veronese. La sua carriera fu caratterizzata da un'intensa produzione, divisa variamente tra soggetti d’arte sacra e profana. Le sue opere erano destinate ai palazzi cittadini e alle nascenti ville venete, ai nobili casati, nonché alle chiese dell’intero territorio della Serenissima. Alla sua morte, nel 1606, l’attività della sua vivace bottega è condotta dai figli Orazio e Giambattista. Paolo Farinati è considerato un pittore espressamente veronesiano: in effetti, il suo stile rispecchia un linguaggio molto legato a quello di Paolo Caliari, sebbene non manchi assolutamente una riscrittura e personalizzazione dei modi del celeberrimo amico. L’opera qui presentata ricalca gli stilemi veronesiani rivisti da Farinati con la sua pittura asciutta, stesa lasciando intravedere il supporto, magra di medium da sembrare spesso una tempera. L’esecuzione è veloce e al contempo capace di delineare in pochi ma calibrati tocchi la conformazione della figura, che accesa da colpi luce emerge volumetricamente alla nostra vista. Una datazione plausibile designa questa tela verso la fine dell’attività di Farinati, quindi allo scadere del XVI secolo: periodo in cui, aiutato dai figli, dipinge sovente serie di figure allegoriche o mitologiche eseguite con sintesi e sciolta bravura, scevre di quella ricercata ricchezza d’un tempo. Tra queste opere appena citate, si rimanda alla comparazione con il “San Pietro”, conservato al Museo di Castelvecchio a Verona. Per quanto riguarda l’impostazione, la comparazione va fatta con l’affresco conservato nel medesimo museo, “Figura mitologica in nicchia”, che vista in controparte ricalca perfettamente la nostra opera. In particolare va segnalata la precisa convergenza del disegno delle mani. Infine, si invita a guardare il disegno “L’abbondanza” di Windsor Caste, probabilmente all’origine di questa fortunata raffigurazione femminile nell’arte di Farinati, a sua volta probabilmente ispirato dall’invenzione del Veronese per “Diana cacciatrice”, oggi all’Ermitage di San Pietroburgo

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19 Apr 2021
Italy, Milan
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