STEFANO BRUZZI
Piacenza 1835 - 1911
Mulattieri sull'Appennino
Firmato S Bruzzi e datato 1880 in basso a destra
Olio su tela, cm 75X123
Provenienza:
Torino, Galleria d'Arte Fogliato
Genova, collezione privata
Paesista e animalista, Bruzzi è stato uno dei più sensibili interpreti dell'arte figurativa italiana del paesaggio. All'età di diciannove anni si trasferisce a Roma per studiare con Alessandro Castelli, ma i suoi legami con il pittore svizzero Arnold Bocklin lo introdusse presso i mercanti d'arte svizzeri. Nel 1895 torna definitivamente a Piacenza, dove ottienela cattedra di figura presso l'Istituto di Belle Arti Gazzola, divenendone in seguito anche il direttore. Premiato alla Prima Esposizione Nazionale di Parma con la medaglia d'argento, ottenne poi diversi riconoscimenti. La parte interessante della sua produzione è costituita dagli studi dal vero, opere che testimoniano la schiettezza del suo sentimento di fronte alla natura e la genuina spontaneità della sua arte. Bruzzi considerava la natura la sua musa ispiratrice: ritrasse i greggi di pecore o le mandrie di bovini sui pendii o sugli altopiani innevati dell'Appennino piacentino. Nella grande tela in esame, la luce del paesaggio innevato è luminosa e cristallina, il biancore della neve avvolge ogni cosa mentre le figure a cavallo, protagoniste della scena, assumono toni decisi proiettandosi contro il cielo limpido. Il manto nevoso si accende di tonalità delicate ove i colori rosati e gli azzurri si fondono creando un'atmosfera magica e molto affascinante.
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Piacenza 1835 - 1911
Mulattieri sull'Appennino
Firmato S Bruzzi e datato 1880 in basso a destra
Olio su tela, cm 75X123
Provenienza:
Torino, Galleria d'Arte Fogliato
Genova, collezione privata
Paesista e animalista, Bruzzi è stato uno dei più sensibili interpreti dell'arte figurativa italiana del paesaggio. All'età di diciannove anni si trasferisce a Roma per studiare con Alessandro Castelli, ma i suoi legami con il pittore svizzero Arnold Bocklin lo introdusse presso i mercanti d'arte svizzeri. Nel 1895 torna definitivamente a Piacenza, dove ottienela cattedra di figura presso l'Istituto di Belle Arti Gazzola, divenendone in seguito anche il direttore. Premiato alla Prima Esposizione Nazionale di Parma con la medaglia d'argento, ottenne poi diversi riconoscimenti. La parte interessante della sua produzione è costituita dagli studi dal vero, opere che testimoniano la schiettezza del suo sentimento di fronte alla natura e la genuina spontaneità della sua arte. Bruzzi considerava la natura la sua musa ispiratrice: ritrasse i greggi di pecore o le mandrie di bovini sui pendii o sugli altopiani innevati dell'Appennino piacentino. Nella grande tela in esame, la luce del paesaggio innevato è luminosa e cristallina, il biancore della neve avvolge ogni cosa mentre le figure a cavallo, protagoniste della scena, assumono toni decisi proiettandosi contro il cielo limpido. Il manto nevoso si accende di tonalità delicate ove i colori rosati e gli azzurri si fondono creando un'atmosfera magica e molto affascinante.