San Luca evangelista
San Luca evangelista
XVIII secolo
Technique: Dipinto ad olio su tela
Dimensions: H 76 cm x Base 63 cm. In cornice: H 87,5 cm x Base 75 cm
(Da Guido Reni). Il dipinto in oggetto mostra un san Luca evangelista, riconoscibile dagli attributi del santo scrivente, con la penna d’oca nella mano destra, intenta a stilare le pagine del proprio vangelo. Ciò che inizialmente avrebbe potuto indurre che ci si potesse trovare di fronte a un san Girolamo, la cui iconografia è quella del teologo e biblista, è la medesima rappresentazione: un uomo maturo, dalla barba incolta, con lo sguardo rivolto al cielo. Il nostro evangelista non mostra nemmeno l’attributo iconografico che lo distingue dagli altri santi evangelisti, il bue, emblema che riconduce Luca ai primi passi del suo vangelo: secondo san Girolamo e altre fonti tardo-antiche, egli dedicò le prime righe del proprio testo sacro al padre di Giovanni il Battista, Zaccaria, sacerdote del tempio che offriva tori in sacrificio alla divinità. Come arrivare dunque a identificare il protagonista del nostro dipinto con la figura di san Luca? Il prototipo è un’opera di Guido Reni, risalente agli anni 1630-39 e conservata presso il Bob Jones University Museum and Gallery di Greenville (SC). Questo archetipo tipologico rappresenta proprio un san Luca e ha una elevata qualità pittorica, che il nostro ignoto autore, attivo tra la fine del XVIII secolo e i primi anni dell’Ottocento, ha tentato di emulare applicando alcune varianti legate al cromatismo (si veda ad esempio il tono del manto, rosso nel dipinto in questione e ocra gialla nell’opera reniana. Possiamo dunque sostenere che la tela oggetto del nostro intervento è una reinterpretazione di un modello classicheggiante, quale il san Luca di Guido Reni.
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San Luca evangelista
XVIII secolo
Technique: Dipinto ad olio su tela
Dimensions: H 76 cm x Base 63 cm. In cornice: H 87,5 cm x Base 75 cm
(Da Guido Reni). Il dipinto in oggetto mostra un san Luca evangelista, riconoscibile dagli attributi del santo scrivente, con la penna d’oca nella mano destra, intenta a stilare le pagine del proprio vangelo. Ciò che inizialmente avrebbe potuto indurre che ci si potesse trovare di fronte a un san Girolamo, la cui iconografia è quella del teologo e biblista, è la medesima rappresentazione: un uomo maturo, dalla barba incolta, con lo sguardo rivolto al cielo. Il nostro evangelista non mostra nemmeno l’attributo iconografico che lo distingue dagli altri santi evangelisti, il bue, emblema che riconduce Luca ai primi passi del suo vangelo: secondo san Girolamo e altre fonti tardo-antiche, egli dedicò le prime righe del proprio testo sacro al padre di Giovanni il Battista, Zaccaria, sacerdote del tempio che offriva tori in sacrificio alla divinità. Come arrivare dunque a identificare il protagonista del nostro dipinto con la figura di san Luca? Il prototipo è un’opera di Guido Reni, risalente agli anni 1630-39 e conservata presso il Bob Jones University Museum and Gallery di Greenville (SC). Questo archetipo tipologico rappresenta proprio un san Luca e ha una elevata qualità pittorica, che il nostro ignoto autore, attivo tra la fine del XVIII secolo e i primi anni dell’Ottocento, ha tentato di emulare applicando alcune varianti legate al cromatismo (si veda ad esempio il tono del manto, rosso nel dipinto in questione e ocra gialla nell’opera reniana. Possiamo dunque sostenere che la tela oggetto del nostro intervento è una reinterpretazione di un modello classicheggiante, quale il san Luca di Guido Reni.
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